PROVANDO IN NOME DELLA MADRE
Categorie: 2010 - 2015-
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“Eccolo uno spettacolo che ci prende il cuore […] Tutto a procedere con una stringente emotività. Fino al bellissimo finale riassunto nella frase che racchiude tutto il senso del dramma:”Yeshu, bambino mio, ti presento il mondo.” Aggiungiamo che la giovane Sara Cianfriglia è una protagonista di limpida espressività. […] Pubblico coinvolto e premiato da uno spettacolo che lascia un segno profondo.”
[Domenico Rigotti, L’AVVENIRE , 25 novembre 2008]
“In nome della madre” è il titolo di uno degli ultimi romanzi di Erri De Luca. E’ uscito nell’autunno 2006 con Feltrinelli.
E’ stato scritto da Erri con una musica dentro. Lo leggi e subito ti risuonano in testa i suoni e la musica delle parole. Subito te lo immagini con gli occhi, vedi Maria e l’angelo annunciatore e Giuseppe. Vedi il viaggio fino a Betlemme e la stalla trovata all’ultimo, senti le doglie del parto, segui la mano che taglia il cordone. E’ stato del tutto naturale pensare di portare questa storia a teatro, darle il corpo e la voce di un’attrice che ha in sé una fragilità d’acciaio, come quella di Miriam/Maria.
“In nome della madre” è la storia di una donna di Galilea, una ragazza come tante, fidanzata a Giuseppe, falegname, destinata ad una vita di moglie e madre. Ma un giorno succede qualcosa di strano, appare un angelo, e per Miriam/Maria il destino cambia in fretta. Diventa, come dice Erri, “operaia della divinità” che le mette in grembo, senza seme, un figlio, che è figlio suo, che le cresce dentro proprio come a tutte le donne, ma che è anche il figlio di Dio.
Maria diventa donna all’improvviso con l’annuncio dell’angelo, ma la sua resta una storia umana, una storia “di carne”. Ed è questa la storia che qui ci racconta.
Noi abbiamo immaginato una messinscena particolare, una situazione da teatro in prova, in fieri, in allestimento. E infatti in scena ci sarà la presenza autorevole dello stesso autore del testo (Erri De Luca), il regista che avrà il compito di trasformare in teatro le parole di De Luca scritte con l’inchiostro sulla carta (Simone Gandolfo) e l’attrice che è stata scelta per dare un corpo ed un volto a Miriam/Maria. Giuseppe, invece, non è ancora stato trovato. Ma non è importante, in questa fase di costruzione dello spettacolo. Non così importante. Sarà il regista stesso a fare da “spalla”, quando sarà necessario, alla nostra Miriam/Maria.
Dalla timidezza iniziale, dagli imbarazzi che a tratti possono persino diventare emblematici di visioni diverse del teatro e della difficile arte dell’interpretazione si procederà spediti verso il teatro “vero” e a mano a mano Sara, la nostra giovane attrice, diventerà davvero Miriam/Maria e non ci sarà più spazio in scena né per l’autore né per il regista.
L’adolescenza di Miriam/Maria smette da un’ora all’altra.
L’annuncio le ha messo il figlio in grembo. Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa. Qui c’è l’amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro.
Miriam/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo.
La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille.
Erri De Luca
SIMONE GANDOLFO
attore e regista, conosciuto al grande pubblico per l’interpretazione televisiva del campione della storia del ciclismo “Fausto Coppi” e che da anni si destreggia tra cinema, teatro e tv.
Per citare solo alcuni dei suoi lavori: “Graffio di Tigre” di A. Peyretti, “La baronessa di Carini” di U. Marino, “Texas” di F. Paravidino. “La Tigre e La Neve” di R. Benigni. Collabora per alcuni anni con Alessandro Baricco ed è uno dei protagonisti dei progetti “Omero Iliade” e “City Reeding Projet”. Lavora inoltre con Valerio Binasco, Carlo Cecchi, Patrik Rossi Gastaldi ecc. Cura la regia e l’adattamento per il teatro di un romanzo di John Fante “West Of Rome”.
Nell’estate del 2008 ha curato la sua prima regia teatrale per uno spettacolo che ha debuttato in prima assoluta al Festival di Borgio Verezzi: “Rien à signaler” (liberamente ispirato a “marinai perduti” di jean-Claude Izzo), scritto dallo stesso Gandolfo e interpretato da Paolo Graziosi, Sergio Romani, Sara Cianfriglia e con la partecipazione di Gianmaria Testa
SARA CIANFRIGLIA
Si è diplomata alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 2003 e da allora ha partecipato a moltissime produzioni dello stesso Stabile di Genova. Ricordiamo, in ordine sparso, L’anima buona di Sezuan (regia di M. Sciaccaluga), Sogno di una notte di mezza estate (regia di A. Battistini) e La centaura (regia di L. Ronconi). Ha inoltre lavorato col Teatro della Tosse, col Teatro del Carretto e ha partecipato all’importante spettacolo The Children of Uranium, progetto e regia di P. Greenaway e Saskja Boddeke. E’ la protagonista femminile, insieme a Paolo Graziosi e Sergio Romano di Rien à signaler, regia di Simone Gandolfo.
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