PERSONALE DI BOB RONTANI
Categorie: 2010 - ARCHIVIO-
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Recensione della personale di Bob Rontani 6-14 ottobre presso la SALA ESPOSITIVA INCONTRO
vernissage 6 ott. h. 17 presso la Sala espositiva “Incontro”
p.zza R.Ruffilli Casalgrande (RE)
info: 3482681616 Bob Rontani- 0522998570 Rina uff. manifestazioni
www.comune.casalgrande.re.it- pagina FB comune di Casalgrande
“Le metropoli dell’anima”
Cosa c’entrano le lacrime con Bob Rontani? Credo che sia indispensabile rispondere a questa domanda prima di iniziare a fare ciò che non mi compete: parlare d’arte. Non posso fare altro che partire da lui, dall’autore, per provare timidamente a presentare “A million years of tears”, la raccolta di oltre 20 composizioni pittoriche in mostra dal 6 al 14 ottobre al Centro espositivo L’Incontro (Teatro De Andrè) a Casalgrande. Confesso che il titolo mi ha stupito: perché “un milione di anni di lacrime” quando tutta la ricerca grafica e comunicativa di Bob Rontani è un inno alla gioia e alla vita? Cosa c’entrano le lacrime con il nottambulo, l’animale da discoteca, anima dei locali della Reggio degli anni ’80? Cosa c’entrano con la sua musica, con i basettoni e il parka londinese?
“Sai qual’è la soluzione? – mi ha chiesto l’ultima volta che ci siamo visti per parlare della mostra nel suo studio – La libertà, quella che costa, che ha un prezzo elevatissimo: per essere creativi la libertà è una condizione indispensabile”. “Allora da dove vengono le lacrime?” ”Ma le lacrime non sono solo di dolore. Possono essere anche di gioia, di stupore, di rabbia. E di solitudine”. Anche di solitudine? “Certo, io non sono una persona sola. Ma la solitudine è parte costante della condizione umana, non c’è niente da fare”. Ecco allora che le lacrime diventano colori. Gioia, dolore, stupore, rabbia prendono forma, si possono toccare perché diventano materia, ma mai afferrare perché in continuo movimento. Attenzione: sbaglia di grosso chi pensa di trovarsi di fronte a cupe e imperscrutabili riflessioni di un artista chiuso nel suo mondo. Al contrario le opere di Rontani piaceranno a tanti: c’è il gusto e la professionalità del graphic designer, l’uso sapiente di colori e materiali. Bob pesca a piene mani da un grande patrimonio artistico che va dalla new wave al brit rock passando per la street art di Basquiat, omaggi mai celati al pop nel suo significato originario e originale: popular. Non c’è mai emulazione, ma continua elaborazione di suggestioni e contenuti rivisti attraverso la lente della propria storia e del proprio vissuto. Il risultato è una collezione di tele di grande impatto visivo, in cui colore e movimento sono protagonisti. Le opere di Rontani sono capaci di penetrare in profondità e allo stesso tempo di parlare a chiunque: non ci sono segreti, né messaggi inaccessibili all’osservatore, ma la rappresentazione dinamica di emozioni. Raccontano di città da cui l’uomo è scomparso perché la sua anima creativa è stata risucchiata,
Quadro di proprietà del nostro editore: al termine della mostra l’opera sarà visibile presso i nostri uffici
in cui restano solo palazzi avvolti dalle fiamme in una apocalisse cromatica. Restano scheletri di grattacieli, di fabbriche, di periferie. “Siamo neri, ma non è il nero del carbone di Edimburgo: è quello più impalpabile della solitudine, della mancanza di fantasia, della mediocrità dominante”. Non c’è maniera, ma un vuoto vivo, attuale e quotidiano con il quale ognuno di noi, come individui e come società, presto o tardi deve fare i conti.
E’ il cuore il filo conduttore del percorso artistico in mostra: un cuore frammentato, scomposto in mille pezzi. Un cuore che non ha più la forza di chiedere l’impossibile (“Be reasonable, ask the impossible” recita la scritta su uno dei suoi quadri, slogan di un tempo passato di grandi esaltazioni ed illusioni”) ma nemmeno di essere se stesso. “Oggi ci accontentiamo del minimo”. E quando il cuore si sgretola, in pezzi vanno anche i rapporti tra esseri umani. E’ la fine della società, il deterioramento ultimo dal quale non c’è ritorno. I cuori di Bob sono in pezzi, è vero, ma continuano a pulsare. E’ incredibile come l’intera rappresentazione dell’angoscia della solitudine alla fine diventi un inno alla vita. Perché le città fantasmabruciano di un fuoco vivo e se guardi bene puoi sentire la musica. “Per me dipingere significa essere artigiano, introdurre suggestioni diverse, contaminazioni, pezzi del quotidiano. E comunicarle, facendo convivere tutti gli elementi, per ripetere quel miracolo creativo che è la ricerca dell’armonia”. E’ il miracolo creativo, alla fine, l’unica via d’uscita, la sola possibilità di redenzione. Il miracolo creativo che è spirito, energia pura. E musica. Bob Rontani “Ricordo quando andai a Londra per la prima volta, alla fine degli anni ’70. Si respirava un’aria di rivoluzione cultural musicale unica: ogni luogo, ogni garage, ogni buco, era pretesto per far suonare nuovi gruppi. Un’esplosione di vitalità mai vista”. E’ quell’esplosione che Bob Rontani cerca di ricreare dentro se stesso e in ogni quadro. E’ una dichiarazione d’amore per un mondo che sembra finito per sempre e allo stesso tempo il rifiuto di alzare la bandiera bianca di fronte a un’epoca senz’anima, senza avanguardie né rivoluzioni da fare. Le lacrime, questa volta di rabbia, diventano fuoco, i cuori in frantumi fremono per ricomporsi e tornare a chiedere l’impossibile. “Adesso ti faccio sentire una canzone che sicuramente non conosci, per me è un capolavoro…”. A million years of Bob.
Giuseppe Manzotti
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