I GIGANTI DELLA MONTAGNA ATTO III – Principio Attivo Teatro

I GIGANTI DELLA MONTAGNA ATTO III – Principio Attivo Teatro

Categorie: EVENTI
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OPERA NAZIONALE COMBATTENTI presenta I GIGANTI DELLA MONTAGNA ATTO III

Principio Attivo Teatro

“Uno spettacolo sognante e disperato che mette in luce la solida prova degli interpreti”

(V. Sardelli Krapp’s Last Post)

Il secondo appuntamento della “mezza stagione” dell’Associazione Quinta Parete sarà con uno spettacolo ispirato a “I Giganti della Montagna” di Luigi Pirandello e messo in scena dalla compagnia Principio Attivo Teatro.

Uno spettacolo che la compagnia ama definire “un’incosciente opera teatrale che dal teatro nel teatro Pirandelliano ambisce ironicamente a fare teatro per il teatro, l’arte per l’arte”

Una visione che sicuramente incuriosisce lo spettatore, anche quello più inesperto; un modo nuovo di vedere il maestro Luigi Piradello attraverso una compagnia che si è presa la sana libertà di prendere un testo classico come I giganti della montagna e riscriverne la parte incompiuta.

 

BIGLIETTO INTERO – 13 euro

BIGLIETTO RIDOTTO – 10 euro (Under 30, allievi Quinta Parete, abbonati Teatro De Andrè, tesserati Endas)

Info e prenotazioni

Alberta 388-8168232

comunicazione@quintaparete.org

 

Approfondimenti spettacolo

“I giganti della montagna è un dramma incompiuto dello scrittore italiano Luigi Pirandello. Fu steso intorno al 1933, anche se a quanto pare il pezzo era stato concepito, in forma embrionale, negli anni venti.

Il primo atto aveva un titolo a sé: I fantasmi. Pubblicato in alcune riviste (Dramma; La Nuova Antologia), fu rappresentato per la prima volta a Firenze, il 5 giugno 1937.

Il secondo atto fu dato alle stampe dalla rivista Quadrante. L’opera rimase incompiuta a causa della morte del drammaturgo, avvenuta nel 1936. Il terzo atto, l’ultimo, non fu mai scritto, anche se il figlio di Pirandello, Stefano, ne tentò una ricostruzione: a quanto pare, il padre gliene avrebbe rivelata la struttura. L’opera venne rappresentata in varie versioni: famose furono anche le rappresentazioni di Giorgio Strehler, di gran prestigio anche a livello internazionale (per esempio aDüsseldorf nel 1958).

La pièce narra la vicenda di un gruppo di disadattati che trovano rifugio in una villa chiamata La Scalogna e incontrano una compagnia di attori in procinto di mettere in piedi la rappresentazione di un pezzo teatrale, La favola del figlio cambiato dello stesso Pirandello. Viene quindi richiamato il principio di teatro nel teatro usato da Pirandello in pezzi come Sei personaggi in cerca d’autore”

Opera Nazionale Combattenti

Il nostro spettacolo è ispirato a I giganti della montagna, in particolare a quell’ultimo atto, che non fu scritto, i cui appunti sono stati dettati dallo stesso Pirandello al figlio Stefano. La nostra idea è di lavorare intorno a questo finale incompiuto e di svilupparlo attraverso una compagnia di anziani o variamente disadattati, fuori dal tempo, fuori tempo, in qualche modo anacronistici, di un anacronismo che non è collocabile nel tempo cronologico ma che piuttosto rappresenta l’estraneità alla modernità, alla contemporaneità. Una compagnia che non è al passo con i tempi, che non si è né integrata né collocata. La compagnia si presenta con il nome OPERA NAZIONALE COMBATTENTI, un nome che rimanda a una legione dismessa di una qualche guerra patria ormai finita e dimenticata, un gruppo di ex combattenti fuori contesto, inutili e disonorati, a cui nessun rispetto è più riservato.

Opera nazionale combattenti si fa paladina di questa operazione di divulgazione di questo ultimo atto pirandelliano (..Allora qui stiamo occupando e abbiamo deciso di prendervi in ostaggio Fino alla fine dello spettacolo. Del tempo dello spettacolo I giganti della montagna parte terza e quarta)

Si tratta di una legione fantasma, che si aggira con un corpo morente in spalla, quello della Contessa Ilse, e là dove trova un teatro, lo occupa e prende in ostaggio il pubblico, costringendolo a sottostare alle regole stabilite da loro, che consistono nel privare temporaneamente (per il tempo dello spettacolo) il pubblico di alcune libertà (Non potrete togliervi le scarpe. Non potrete esprimervi in alcun modo. Non potrete parlare. Non potrete cantare. Non potrete fare acquisti. Non potrete disinvestire titoli. Non potrete licenziare né assumere. Non potrete concepire figli…)

La rappresentazione ha inizio e segue le indicazioni idealmente dettate da Pirandello in punto di morte.

La compagnia si presenta ai Giganti, i quali però non sono interessati alla rappresentazione, la comprano per farne dono al popolo. Il popolo festeggia un matrimonio e mangia e beve in piazza.

Nonostante non vi sia alcun interesse nei confronti dello spettacolo la contessa decide di non rinunciare alla rappresentazione (Ilse: Finalmente le parole del Poeta toccheranno il cuore della gente e ne innalzeranno lo spirito!)

Entra in scena a proprio rischio e pericolo. Ne sortisce la tragedia.

Ilse non verrà uccisa fisicamente (come Pirandello prevedeva) ma viene costretta dal pubblico a interrompere il monologo iniziale e a raccontare barzellette.

Ne uscirà distrutta, definitivamente devastata nella mente, come una specie di Ofelia in preda alla pazzia.

Alla fine della rappresentazione la compagnia “libera il pubblico” e riprende il proprio viaggio-­‐missione.

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