AL DUTAUR DI MAT

AL DUTAUR DI MAT

Categorie: 2010 - 2011
  • Data:
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Commedia

Arena del Sole, Nuova Scena, Teatro Stabile di Bologna
Associazione Arte e Salute Onlus
 
AL DUTUAR DI MAT
da Il medico dei pazzi
di Eduardo Scarpetta

regia Nanni Garellacon VITO, MARINA PITTA
e con la partecipazione straordinaria di Nanni Garella

scene Antonio Fiorentino
luci Gigi Saccomandi
costumi Claudia Pernigotti
 
Dopo aver sentito fluire limpido e cristallino il dialetto bolognese nell’interpretazione del Linguaggio della montagna di Pinter da parte degli attori di Arte e Salute, Nanni Garella ha maturato l’idea di l’idea di lavorare sulla commedia di Scarpetta adattandola alla lingua originaria di questi interpreti. E Vito ha accettato con entusiasmo di essere coinvolto. Il medico dei pazzi è un testo che ben si addice ad Arte e Salute: il tema dell’inversione del punto di vista nel guardare il mondo della follia è trattato leggerezza e con sapienza drammaturgica. Nel solco di una tradizione che va dalla Commedia dell’Arte fino a Pasolini, l’uso del parlato dialettale restituisce un’immagine inconsueta del nostro paese, visto, per così dire, dal basso.

Da quando ho sentito fluire la lingua limpida e cristallina del dialetto bolognese parlato da Mirco e Iole ne “Il linguaggio della montagna” di Pinter, ho cominciato ad immaginare un’opera recitata in parte in lingua bolognese. Dico “lingua” perché vorrei che avesse dignità, che non fosse soltanto vernacolo.
Così è nata l’idea di lavorare sulla commedia di Scarpetta e di adattarla alla lingua originaria dei nostri attori.
Edoardo Scarpetta usava rimaneggiare, con grande stile, commedie francesi di fine ottocento adattandole alla realtà napoletana di quegli anni; non restava che seguire il suo esempio.
“Il medico dei pazzi” è un titolo che ben si attaglia ad Arte e Salute: il tema dell’inversione del punto di vista nel guardare il mondo della follia, è trattato da Scarpetta con la leggerezza che gli è propria, ma con grande sapienza drammaturgica; e con sensibilità da grande scrittore nell’uso del dialetto.
Nel solco di una tradizione, tutta italiana, che va dalla Commedia dell’Arte a Goldoni, a Pirandello, a Eduardo, a Gadda, a Pasolini, l’uso del parlato dialettale affonda la lingua letteraria italiana nelle sue origini popolari e spesso restituisce un’immagine inconsueta del nostro paese, visto, per così dire, dal basso.
In questi anni c’è tanto bisogno di sane verità popolari, per guardare ai nostri difetti attraverso la risata della commedia, intravedendo, se possibile, qualche pregio del nostro essere italiani.
Ho chiesto a Vito di darci una mano in questa avventura “bolognese”. Ha accettato con entusiasmo e credo che ci divertiremo molto.

Nanni Garella

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